FUNSide – Books | Valencia in 3D – i Diari Di Daniele

Ciao a tutti.

Da oggi BS&C per una settimana ospiterà:

“Valencia in 3D – i Diari di Daniele”

i racconti della settimana di studio in Spagna (o almeno questo è quanto dichiarato…) di nostro figlio. L’ho messo nella categoria “Books” un po’ presuntuosamente ma… è mio figlio!

Buona lettura.

Spinea, 6 Settembre
Non si parte! Non si parte! C’è stato uno sciopero dei controllori di volo, non si parte! Viaggio rinviato a data da destinarsi.
Treviso, 20 settembre
Appena tornati dalla miniera scolastica siamo pronti, abili e arruolati per partire per le terre iberiche, destinazione Valencia (sperando che questa sia la volta buona). Il tempo, che in Italia è stato disastroso per tutta la durata del verano (estate… mi concederò qualche parola spagnola, di tanto in tanto) secondo i più eminenti metereologi in Spagna dovrebbe essere clemente.
Il volo è previsto per le 14.30 ma il ritrovo è stato salomonicamente prefissato per due ore prima per evitare spiacevoli inconvenienti. Alle 15, dunque, si prendono armi e bagagli, si salutano le commosse madri per fortuna non munite di fazzoletti bianchi (tanto per avere un’idea è consigliata la visione di “Via col Vento” quando Carlo Hamilton parte per il fronte) e si salgono le scale mobili per andare a fare il check-in. Passate le fasi preliminari, arriva dunque il momento di imbarcarsi.
Fra gli sguardi terrorizzati di coloro che “è la prima volta in aereo” e le sempre interessantissime tecniche di salvataggio mostrate dalle hostess, di cui il tempo di attenzione media è di 12 secondi netti, l’aereo spicca il volo. Il viaggio scorre tranquillamente fino a quando il pilota cambia repentinamente la direzione di 180°, salvo poi ricorreggersi qualche secondo dopo, per la gioia dei già citati “primini”, la cui tonalità della pelle è più o meno color panna.
Scesi dall’aereo, dopo un breve tragitto in bus, conosciamo Mercedes, la signora che ci ospiterà durante questa settimana, una donna sulla sessantina con lunghi capelli biondi e occhi color nocciola. Si rivela essere una persona deliziosa, con molta premura per noi e molta curiosità per la cultura italiana. La Señora accetta con molto entusiasmo il mio regalo e quello del mio compagno di stanza, un libro fotografico su Venezia e gli immancabili Baicoli, e ci accompagna a Scuola per il benvenuto ufficiale.
Dopo questa immancabile fase giunge il momento di volver (tornare) a casa. Decidiamo di rimanere in gruppo ma siamo sprovvisti di cartina e pur con tutta la buona volontà del caso, non riusciamo proprio a trovare le case. Dopo un’oretta di cammino riusciamo a trovare el avenida (la strada) ma la mia solitamente elefantesca memoria per una volta fa cilecca e dopo altri minuti di camminata la presenza di alcune facce non propriamente rassicuranti e il calar della sera ci suggeriscono di chiedere delucidazioni a Mercedes, che ci indica la via e ci intavola un’abbondante porzione di pasta per cena. -Usted no cena, Señora?- – No, yo como algo a las once-. (Lei non cena, Signora? No, io mangio qualcosa alle undici). L’affermazione ci lascia basiti ma evidentemente dobbiamo ridefinire il concetto di mangiare “tardi”…
Dopo cena, non ancora stanchi, ci dirigiamo verso la “Movida Valenciana” con le nostre compagne di viaggio. Dopo la prima escursione nella vita notturna della città, volvemos (torniamo) a casa e ci infiliamo sotto le coperte, pronti a levantarnos por un nuevo dia! (pronti a svegliarci per un nuovo giorno).

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