Ciao a tutti. Oggi vi scrivo dell’ultimo libro letto che analizza attraverso le storie di uomini realmente esistiti, tuttora vivi e “correnti” e le leggende provenienti da vari paesi e culture la corsa come filosofia di vita:
Visto che l’autrice è una runner si potrebbe pensare ad un libro un po’ “partigiano”; in realtà è un’analisi attenta sulla corsa e sulla sua diversità rispetto alle altre discipline sportive.
Leggendo il libro mi sono spesso fermato a riflettere su alcune affermazioni in merito all’approccio che i corridori hanno verso la corsa ma il passaggio che mi è piaciuto di più è stato quello dove l’autrice constata che la corsa viene usata in molti luoghi comuni per identificare qualcosa fatto in velocità, quasi in affanno nella vita di tutti i giorni: lavorare, mangiare, correre in auto… tutto sempre di fretta, di corsa appunto.
In realtà la corsa per i runner ha uno scopo esattamente contrario in quanto si corre proprio per riprendersi il proprio tempo, rallentare per concedersi una pausa.
C’è anche un altro passaggio interessante nel quale l’autrice scrive della… inutilità della corsa! Sì, per la stragrande maggioranza dei runner si corre per sè stessi, per cercare ogni volta di raggiungere e superare i propri traguardi/limiti, grandi o piccoli che siano.
Mentre leggevo il libro avevo la sensazione di trovarmi a parlare con i miei compagni di corsa, quando ci raccontiamo le nostre “imprese” per quanto piccole possano essere o le nostre “disfatte” che in realtà sono altrettanto piccole perchè non vinciamo niente ma non perdiamo niente… Sembrava di parlare con una persona che conosco da tempo con la quale condivido il pensiero sulla corsa nella sua totalità.
Un libro che dovrebbero leggere tutti: i runner “dubbiosi” per convincersi che quello che fanno è giusto checchè ne dicano gli altri; i “non-runner” per guardare con un occhio diverso “il popolo della corsa”.
Alla prossima.