
Ciao a tutti.
Oggi vi voglio parlare di un libro che non troverete in libreria ma che è uscito allegato al numero di Febbraio di Runner’s World, una rivista che parla di… corsa, ovviamente.
Da runner atipico ho smesso di comprare regolarmente riviste tecniche perché ho notato con il passare degli anni che gli articoli si ripetevano; quando sono andato a ritirare il pettorale delle Venice Marathon però c’era una copia omaggio di Runner’s World con questo libro in omaggio ed allora l’ho presa assieme alla quantità industriale di volantini pubblicitari e l’ho ficcato nella borsa con il pacco gara.
Il libro è una raccolta delle 150 lettere più belle scritte dai lettori e selezionate dalla redazione della rivista.
Ho iniziato a leggerlo all’inizio con curiosità e poi con emozione e non vi nascondo che più di una volta gli occhi sono diventati lucidi quando qualcuno ricordava un proprio caro scomparso o malato oppure lontano mentre in altri mi sono messo a ridere di gusto leggendo di quelle mogli o fidanzate che per inseguire il marito o compagno hanno iniziato a correre prima ansimando dopo poche centinaia di metri ma poi non fermandosi più, quasi come Forrest Gump.
Ho scoperto che ci sono tantissimi motivi per cui si corre: per dimenticare o per ricordare, per scommessa o per gioco, per dimostrare qualcosa a qualcuno o a se stessi, per scaricare lo stress o per caricarsi; per me quello che però conta di più è quando corro sono inevitabilmente da solo anche se in mezzo a migliaia di persone e vivo quel momento per osservare ed ascoltare il mondo che mi circonda ma soprattutto per ascoltare e osservare dentro me. Devo ammettere però che quando corro con i miei compagni corsari di “Quelli delle 6” mi diverto un sacco perché la corsa diventa quasi un pretesto per trovarsi a ridere, scherzare o discutere e la fatica si sopporta quasi senza accorgersene.
Mi piacerebbe sapere da voi quali sono le sensazioni che provate quando correte.
Alla prossima.