PROSide – Books: Mio padre è stato anche Beppe Viola, di Marina Viola.

Ciao a tutti.

Per tutti quelli nati come me “in the early sixties”, cioè i primi anni sessanta (in inglese fa più figo però…) e appassionati di calcio i primi campionati mondiali da poter dire “io c’ero” furono quelli in Argentina, dove l’Italia del mitico Enzo Bearzot si classificò quarta.

Le telecronache della nazionale azzurra erano ovviamente “territorio” del decano Nando Martellini ma le altre partite venivano commentate da altri giornalisti sportivi e tra i tanti quello che personalmente mi colpì fu un tale Beppe Viola che riusciva a rendere divertenti anche le partite più tristi per il linguaggio utilizzato ed il modo di raccontare il gioco totalmente differente dai telecronisti “tradizionali”, per non dire “ortodossi”.

Mi piacque da subito quel modo di raccontare lo sport in modo semiserio e potrei quasi definirlo l’antesignano della Gialappa’s Band, senza il loro eccesso di paradossi ma con una dose di comicità tipicamente milanese da definirla “da cabaret”.

Purtroppo Beppe Viola morì improvvisamente nel 1982 ma lasciò un segno profondo tra i suoi colleghi ma fu anche una guida per fare un giornalismo sempre professionale ma meno attento all’esasperazione della notizia.

Quando ho visto in libreria il libro di sua figlia Marina il titolo mi ha incuriosito e l’ho perché volevo conoscere qualcosa di più di quest’uomo e adesso che l’ho letto sono ancora più convinto che di giornalisti come lui ne sono rimasti molto pochi.

Il racconto di sua figlia però non è la celebrazione di un padre che a causa di una morte prematura (a 42 anni  e lasciando una moglie giovanissima e quattro figlie dai tre ai quattordici  anni) dovesse essere idolatrato; anzi è un racconto quasi per liberarsi di una presenza che forse si era fatta più pesante di quando era vivo.

E’ un racconto bellissimo, di un padre che amava la sua famiglia, amava il suo lavoro ma soprattutto non aveva paura di dire o scrivere quello che pensava; non per niente si circondò di colleghi e persone simili a lui anche se apparentemente diametralmente opposte.

Un uomo che insegnò ad affrontare le avversità cercando di non farsi sopraffare dalle stesse ma quasi sorridendoci sopra quasi per irriderle.

Ma è anche il racconto di un uomo difficilmente inquadrabile e limitabile anche negli ambiti di una famiglia che seppur lui adorasse lasciò, pur dichiarando di andarsene perchè aveva “…commesso un grave errore…”.

Un uomo che sicuramente da quando non c’è più ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile, soprattutto se paragonato alla modalità di presentare le notizie oggi, più vicino al sensazionalismo che alla ricerca e alla profondità dei contenuti; anche per questo l’ho inserito nel settore “Proside”, proprio per la serietà del suo impegno professionale.

Che dire,  “Mio padre è stato anche Beppe Viola” merita di essere letto.

Alla prossima.

2 thoughts on “PROSide – Books: Mio padre è stato anche Beppe Viola, di Marina Viola.

    1. Wow!
      Sono “sorpreso & felice”: sorpreso perché non mi aspettavo che il mio post arrivasse così lontano ma evidentemente Google funziona… Felice perché mi hai risposto.
      Un abbraccio anche a te.
      Luca

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