
Ciao a tutti.
Lunedì sera stavo guardando le ultime notizie alla televisione prima di andare a dormire e ho visto quanto successo alla Maratona di Boston.
Una scena sconvolgente: i due boati a distanza di circa 100 metri l’uno dall’altro, un maratoneta anziano che cade a terra a causa dello spostamento d’aria, altri podisti che anzichè andare verso il traguardo o allontanarsi dal luogo dell’esplosione tornano indietro ad aiutare chi è rimasto sotto… E poi il via vai di poliziotti, ambulanze, carrozzine che trasportano feriti e le persone immobili sotto le transenne crollate.
A parte il destino che ha voluto non esplodessero tutti gli ordigni e il numero molto ridottissimo di vittime paragonato a quello degli spettatori presenti questo evento mi ha fatto riflettere su alcuni punti:
- Ho visto che il cronometro segnava circa 4h10m: il quella frazione di tempo arrivano moltissimi maratoneti perchè è un tempo “standard” per chi corre senza troppe velleità quindi potevano esserci molte più persone e l’entità delle vittime poteva essere ben più alta; invece fortunatamente c’erano pochi podisti in quel momento.
- Le bombe sono scoppiate tra il pubblico ma in prossimità del traguardo: in quella zona si piazzano quasi sempre i parenti dei maratoneti perchè vogliono gioire insieme ai loro cari a conclusione di uno sforzo così grande quindi non oso pensare lo stato d’animo di chi si stava avvicinando al traguardo in quel momento quando sono scoppiate le bombe o chi, rimasto più indietro, ha assistito impotente a quanto accaduto.
- Un bambino tra le vittime: e se ci fosse stato mio figlio lì in mezzo, come succede ogni volta che assieme a mia moglie vengono ad incitarmi? Mi porterei il rimorso per tutta la vita; questo il pensiero che mi ha turbato di più.
- Un attentato durante una maratona: forse perchè è una manifestazione difficile da tenere sotto controllo dal punto di vista dell’ordine pubblico sia per la lunghezza del tracciato che per il numero di spettatori e la loro provenienza che è la più disparata e quindi altrettanto difficilmente controllabile.
- E’ successo una prima volta ma potrebbe succedere di nuovo: adesso come ci si deve comportare per le prossime manifestazioni? Quante forze dell’ordine dovranno essere dispiegate per garantire l’incolumità delle persone presenti, siano esse partecipanti o semplici spettatori? Il mio collega Alessio domenica sarà alla Maratona di Londra e chissà cosa troverà come servizio d’ordine ma soprattutto con quante preoccupazioni affronterà la gara.
Non mi sono preoccupato dei motivi scatenanti o degli attentatori stessi (che mi auguro vengano presto assicurati alla giustizia) ma mi preoccupo che in una società che tende sempre di più a barricarsi in casa sono poche le manifestazioni (sportive) che si svolgono in strada richiamando sempre moltissima gente e dove la competizione vale solo per i top runner cioè una percentuale bassissima rispetto a tutti gli altri; sono eventi secondo me “socialmente aggreganti” e quindi minarne la serenità e la gioiosità di chi vi partecipa significa limitare ancora di più la libertà di ogni individuo, la nostra.
Alla prossima.