Ciao a tutti.
Il caffè sospeso è una tradizione napoletana che trae le sue origini nel XVIII secolo e consiste nel pagare due caffè bevendone uno solo e lasciando l’altro “sospeso” per un qualsiasi avventore che non può permetterselo. Questa usanza, oltre a essere un gesto “social” ante litteram è un altro esempio di altruismo che Napoli ci ha dato, alla faccia dei suoi detrattori.
Nel tempo questa tradizione è un po’ venuta meno per poi riaffiorare in questi anni di crisi così tanto da essere esportata anche all’estero. In Italia esiste anche una “Rete del caffè sospeso” che si propone come promotrice di manifestazioni culturali e festival “di mutuo soccorso”.
Dal 10 dicembre 2010 è stata inoltre istituita la “Giornata del caffè sospeso” durante la quale ognuno può recarsi in un locale che espone il simbolo che vedete per lasciare un caffè.
Ma cosa c’entro io in tutto questo? Adesso ve lo racconto…
Poco tempo fa sono entrato nel solito locale dove pranzo durante la pausa di mezzogiorno e quando mi sono alzato per andare a pagare il titolare mi ha chiesto se volevo il caffè visto che non l’avevo preso al tavolo. Vicino a me un signore anziano e un po’ trasandato stava sorseggiando il suo caffè molto lungo. Nel momento in cui l’ho visto bere è arrivato il mio caffè e mi è subito venuto in mente il caffè sospeso; allora ho deciso di pagare il suo assieme al mio e da quella volta quando vado a pagare lascio sempre un caffè “sospeso”.
Il titolare ogni volta che fa il conto estrae sempre il resto dalla cassa ma quando gli dico “lascia” lui mi risponde “sospeso?”: io annuisco e vado.
E’ un piccolo gesto che nella sua semplicità regala un po’ di serenità a chi lo riceve ma anche a chi lo fa.
Quindi la prossima volta che andrete a bere un caffè se vi ricorderete di questo post provate a lasciare un caffè sospeso anche voi: vi sentirete sicuramente meglio. Poi tornate qui e raccontatemelo.
Alla prossima.