FUNSide – Books | Valencia in 3D – i Diari Di Daniele – Day 3 & 4

Dopo aver ripristinato le comunicazioni ritornano i Diari Di Daniele su Valencia recuperando quello di ieri. Buona lettura.

Valencia, 22 settembre.
Dopo un’abbondante dormita il programma odierno prevede la prima, vera lezione scolastica.
La nostra insegnante è Olga, una simpatica ragazza bionda molto entusiasta del suo lavoro: le te ore e mezza di lezione scivolano sul velluto, noi ci divertiamo e, soprattutto, impariamo qualcosa di nuovo.
Per il pranzo mangiamo un panino da Burger King e dopo aver digerito prendiamo l’autobus per dirigerci verso il centro storico della città. Lì, doopo l’immancabile spiegazione della guida saliamo subito sul Miguelete, il campanile della cattedrale valenciana. La salita è faticosa ma la bellezza del panorama ripaga gli sforzi compiuti: la città vista dall’alto è veramente stupefacente e vedere da un’altra prospettiva (cit. Robin Williams) le cose viste nei giorni è molto particolare. Gli immancabili selfies di gruppo concludono questa subida alla torre.
Ci dirigiamo dunque alla Basilica della Virgem de los Desamparados che in effetti è proprio una chiesa che onora il suo nome: spoglia, senza affreschi o quadri particolari ma comunque molto accogliente.
Il nostro prossimo obiettivo è la Plaza del Ayuntamiento la quale non è per niente difficile da trovare poichè il grande edificio si staglia fra le basse case circostanti e domina una grandissima piazza che ospita anche una fontana in onre del dio Poseidone (a.k.a. Nettuno).
Per coprire lo spazio fra il municipio e la Plaza del Banco, nostra prossima meta, passiamo attraverso un mosaico di magnifici murales, la crème della street art valenciana.
Arrivati lì assistiamo a due scene per me “indimenticabili”. La prima riguarda due turisti inglesi che, molto probabilmente ubriachi, si mettono davanti al nostro gruppo e mostrano il loro “lato B” a un pubblico quantomai sconvolto; la cosa più allucinante è che dopo aver compiuto la prodezza, tornano dalle loro fidanzate tutti contenti e quest’ultime non solo sorridono ma chiedono anche il bis! “… Do it again! Again!”. Passato lo shock ci sediamo su alcune gradinate pronti ad ascoltare l’ultima spiegazione giornaliera della guida.
La seconda scena indimenticabile: appena la guida pronuncia la parola Ayuntamiento un arzillo vecchietto con tanto di badante la ferma e tuona “Se dice Ayuntamient!” (in dialetto valenciano). La guida, capendo il nostro smarrimento, ci spiega che anche qui a Valencia si sta pensando di far “dimenticare” alle nuove generazioni la lingua spagnola a favore del dialetto valenciano, pensando di costringere così il governo centrale a concedere l’indipendenza. Tutto questo per dare un’idea della fedeltà spagnola allo stato. Da qui, dopo la doppia interruzione, la guida riesce a concludere la sua spiegazione e direttamente da Plaza del Ayuntamiento prendiamo il bus che ci porterà a casa.
Dopo una – come al solito – ricchissima cena con la signora Mercedes e le varie telefonate ai parenti la nostra giornata finisce e ci corichiamo. A domani!
Valencia, 23 settembre
Dopo una nuova sessione scolastica mattutina il programma del pomeriggio prevede, per prima cosa, la visione di un PowerPoint che ci spiega come, quando e perché si svolgano Las Fallas de Valencia,   la festa più importante dell’anno in tutta la città e in tutta la regione, la Comunidad Valenciana.
Dopo di dirigiamo nuovamente verso il centro historico dove ammiriamo da vicino i piatti, le pentole e i vasi del Museo De Las Ceramicas.
Ultimamente al già ricco museo (ospita anche un’opera in ceramica di Pablo Picasso) è stata aggiunta la visita al palazzo che ospita la collezione. Ci chiediamo perchè non lo abbiano fatto prima: le enorme sale piene di specchi danno risalto alle luci che trapassano dalle finestre colorate e dai lampadari, mostrando così un effetto ottico davvero ammirevole. Fra tutte queste enormi habitaciones c’è anche una riproduzione di una cucina tipica del XVIII secolo con tanto di tavola apparecchiata e manichini con i vestiti dell’epoca.
Dopo questa ottima esperienza ci incamminiamo verso la Plaza de Toros, dove solitamente si svolge la corrida. Ma in questi giorni non ci sarà alcun toro matado poichè si sta svolgendo una sorta di replica dell’Oktoberfest di Monaco con tanto di cameriere tedesche e stendardi biancoblu. Il tentativo di emulare la più celebre festa bavarese però fallisce miseramente perché il personale è scarso, la gente presente ancora meno e le code chilometriche.
Ci sono concessi venti minuti di tempo libero: ci fiondiamo verso i negozi del centro ma il tempo è poco e ci limitiamo a guardare le vetrine, incapaci di scegliere dove entrare come i bambini davanti ad un negozio di giocattoli. L’ora di tornare all’ovile giunge fatale e siamo costretti a volver a casa dove ci aspetta una sorpresa: la signora Mercedes ci ha preparato una pizza buonissima che gustiamo fino all’ultima crosta.
Stanchi, sazi e duchados ci appropinquiamo al letto pronti, come penso di aver scritto almeno seimila volte, per una nuova giornata.

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