FUNSide – Books: Arbitro Ciuccia Mentine, di Michele Sorato

Ciao a tutti.

Oggi voglio scrivere di un libro al quale sono particolarmente legato per diversi motivi che ora vi spiegherò. Ma iniziamo con ordine e quindi dal titolo:

Arbitro Ciuccia Mentine, di Michele Sorato

ArbitroCiucciaMentine_TheBook“Arbitro ciù, arbitro ciù, arbitro ciuccia mentine” era l’offesa tipica che i tifosi in erba, perlopiù bambini rivolgevano al malcapitato arbitro di una partita di calcio,  l’unico sport in questione a quei tempi. Crescendo ho imparato – a mie spese che questa frase poteva essere usata anche per altri sport; infatti qualcuno si rivolgeva a me durante le partite di Basket che arbitravo.

Dopo il titolo veniamo all’autore. Michele Sorato è… mio fratello! Questa è la sua “opera” prima, che con un pizzico di orgoglio e commozione ha regalato a me, mia sorella e mia madre per Natale e che ho letto in un giorno, tutto d’un fiato.

Veniamo ora alla recensione all’interno della quale vi spiegherò i motivi che mi legano a questo libro, in ordine sparso e non di importanza.

Questo libro mi piace perché si parla di basket, uno sport che in diversi modi fa tuttora parte della mia vita. Il basket descritto in questo libro però è un basket diverso da quello professionistico che vi ho raccontato con i post su “Old Timers” o “Magic & Bird“; un basket d’oratorio dove l’intensità delle sfide però era pari a quella che si poteva trovare nelle partite dei playground statunitensi perchè chi vinceva restava in campo e chi perdeva era “fuori”, citando il Flavio Briatore di “The Apprentice“. Vera e propria “struggle for life“.

Un basket pionieristico dove quasi sempre si giocava in campi all’aperto addirittura in terra battuta o negli oratori, con ogni tempo esclusa la pioggia.

Un basket dove palestre di scuole o chiese sconsacrate si trasformavano nel Madison Square Garden e i tifosi assiepavano le “tribune” cioè rimanendo dietro le corde che delimitavano il terreno di gioco.

Un basket fatto di passione, dedizione, sacrificio, fatica.

L’essenza del basket.

In questo libro però il basket è anche il “fil rouge” che accompagna il lettore nel racconto di una famiglia che ha “vissuto” questo sport in quanto anch’io e mia sorella abbiamo giocato mentre mio padre era dirigente di società; mia mamma… lavava le divise, seguiva le partite di tutti e si beccava gli insulti rivolti a me quando arbitravo rispondendo qualche volta a tono…

Si parte dai primi anni ’60 per finire ai giorni nostri a parlare anche della nuova generazione di famiglie, quelle che noi tre fratelli abbiamo costruito con rispettivi partner; il tutto inserito in un contesto storico meticolosamente descritto anche dal punto di vista politico e di costume.

Più che un libro, assolutamente senza scopi di lucro o velleità di diffusione da “best-seller”, considero “Arbitro ciuccia mentine” un diario “serenamente appassionato”: la contrapposizione è apparente in quanto il racconto è appassionato nella descrizione di episodi non solo cestistici ma altrettanto sereno in quanto non traspaiono rimpianti né rimorsi ma consapevolezza di quanto fatto e del tempo trascorso.

Un libro che interesserà sicuramente chi ha qualche capello bianco o addirittura non ne ha più e che vive o ha vissuto nei luoghi dove è ambientato: Venezia e le sue “estensioni” metropolitane (il termine “periferia” non mi piace) Mestre e Marghera ma potrà anche incuriosire le nuove generazioni di cestisti che quel basket non l’hanno mai conosciuto ma ne hanno solo sentito parlare e lo vogliono confrontare con quello attuale.

Se volete leggere l’anteprima per farvi un’idea andate a questo link o tornate sul titolo del libro; quando poi vi verrà la tentazione di acquistarlo non badate al prezzo esposto ma cliccate qui a tornate sul nome dell’autore e chiedete informazioni; sarà ben lieto di fornirvele.

Alla prossima.

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