
Ciao a tutti.
Oggi vi “parlerò” del libro che ho letto per riprendermi da quello precedente (“Viaggio in Portogallo”, Josè Saramago) che mi è costato un po’ di fatica terminare; spero non se la prendano con me i lettori di Saramago per questa affermazione. Mi sono comunque ripromesso di leggere “parla per me tu, o silenzio” una sua poesia consigliatami da Scatenolamente perché il titolo è interessante e per vedere se posso cambiare la mia opinione sull’autore.
Ma ora è il momento di parlare di “Black Jesus – The Anthology” di Federico Buffa. Consiste in una raccolta di articoli prevalentemente orientati al basket statunitense e di personaggi che sono entrati nella leggenda di questo sport non solo per “meriti” sportivi, anche perché alcune tra queste storie rasentano veramente la leggenda metropolitana.
Ho finito questo libro in pochissimo tempo perché é talmente avvincente che appena finito un racconto iniziavo subito quello successivo da quanta curiosità suscitava.
Mentre leggevo accostavo Buffa sempre più a mio fratello per diversi motivi: l’età, in quanto sono quasi gemelli perchè nati nello stesso anno e con un solo giorno di distanza. La passione per la pallacanestro, prima giocata soprattutto quella “vera”, quella degli “Americani”.
Infatti anche mio fratello era un “devoto” della storica rivista “Giganti del basket”, unica fonte di informazioni e immagini sul basket d’oltreoceano oltre che italiano, fino all’avvento di Superbasket. Ricordo infatti che da quando frequentavo le scuole medie leggevo gli articoli di Giorgio Gandolfi come delle storie dell’altro mondo e ammiravo estasiato le foto a colori fatte dalla Canon F1 di Mario Santinoli.
Leggere questo libro quindi è stato come ascoltare mio fratello raccontare storie di personaggi che magari non sono state delle superstar affermate nelle varie leghe ma hanno dato spettacolo con una palla a spicchi nei playground sparsi in giro per gli Stati Uniti.
Consiglio questo libro a tutti coloro che amano questo sport e che hanno voglia di fare un tuffo nella cultura americana (cestistica e non) e leggere di basket forse pionieristico ma “passionale”; acquistare il libro sarebbe inoltre un’opera caritatevole in quanto il ricavato viene devoluto in beneficenza a chi opera in Myanmar, la ex-Birmania.
Alla prossima.