Ciao a tutti.
Tra i libri che ho ricevuto e sono impilati sopra il mio comodino uno mi ha fatto sorridere già dal titolo:
di Giovanni Storti e Franz Rossi
Ho già letto l’altro libro dedicato alla corsa di questa strana coppia, dal titolo altrettanto esilarante “Corro perché mia madre mi picchia” e mi sono divertito un sacco leggendo le peripezie di Giovanni e Franz. E mi aspetto altrettanto anche da questo.
Il titolo mi ha fatto sorridere anche perché ha un significato particolare per me in quanto mi suggerisce di riprendere a correre, anzi di continuare a farlo senza preoccuparmi troppo dei motivi per cui sono stato fermo così tanto tempo.
E così, pensando ai miei simpatici compagni di corse di “quelli delle 6” sicuramente impegnati nella nona edizione della “Corsa con la Befana”, la tradizionale competizione non competitiva che si corre a Salzano, io ho partecipato a un’altra corsa ancora meno competitiva, la “Quattro passi intorno a casa”.
La corsa non ha avuto storia perché ho imposto sin dall’inizio il mio ritmo che non ha lasciato possibilità a nessuno di rimanere nella mia scia. Già dopo qualche centinaio di metri dalla partenza avevo fatto il vuoto dietro di me; infatti ogni volta che mi giravo non vedevo nessuno, anche perché non c’era nessuno a correre visto che non c’era nessuna corsa e io ero solo come un cane, con un freddo terribile.
Anche se l’assenza dalla corsa era stata prolungata le sensazioni che il mio corpo trasmetteva erano buone: la falcata assomigliava a quella di Forrest Gump bambino dentro l’esoscheletro e il respiro era simile a quello di un fumatore incallito che sta scalando una vetta dell’Himalaya senza respiratore.
A parte questo, tutto bene.
A metà percorso però ho avuto un momento di crisi, forse perché ero partito troppo veloce (?) e non avevo dosato bene le mie forze. Mi sono fermato e ho guardato l’orologio. I chilometri percorsi erano veramente pochi e visto lo stato fisico il futuro non si prospettava roseo. Non mi sono fatto prendere dal panico (a proposito del libro); ho fatto dietrofront e sono tornato a casa, sempre continuando a correre.
Sono arrivato a casa fresco come una rosa… appassita! Al termine della sessione il GPS segnava otto chilometri percorsi in circa quarantacinque minuti. Qualcuno potrebbe considerarla una prestazione scarsa, altri buona; per me oggi “otto bastano” (come il telefilm conosciuto anche come “La famiglia Bradford”): quindi meritatissima e caldissima doccia per riprendere una temperatura corporea accettabile e poi ricchissima colazione per recuperare le energie.
Poi… Niente panico, si continua a correre.
Alla prossima.