Corro a casa e torno!

Ciao a tutti.

La settimana scorsa avevo intenzione di fare tre corse infrasettimanali, visto che mancano solo quattro settimane alla Moonlight Half Marathon di Jesolo e la mia preparazione alla gara è in alto mare. Non che voglia vincere però vorrei arrivare al traguardo senza soffrire troppo.

Invece da lunedì, quando sono uscito per correre una dozzina di chilometri, il fine settimana è arrivato di corsa e io sono rimasto fermo ad aspettarlo. Così sabato mattina ho indossato le scarpe da corsa e sono partito alle 8.30 da casa verso destinazione ignota. Unico obiettivo: correre per almeno 16-18 chilometri e non più di un’ora e mezza.

Non sapevo dove andare e così mi sono diretto verso Mestre, tanto per seguire un itinerario diverso.

Quando sono arrivato alla Gazzera mi sentivo bene e dopo aver controllato che sul cronometro avevo consumato solo mezz’oretta ho proseguito verso il sole, per proseguire con l’abbronzatura.

Ho passato il vecchio palazzetto CONI di via Olimpia lasciandomi dietro il corso d’acqua dell’Osellino che si muoveva sinuoso e dopo aver superato l’enorme vuoto lasciato dall’ospedale Umberto I° senza troppa fatica sono arrivato in riviera XX Settembre.

Il fiume che attraversa Mestre qui è riapparso in mezzo alla strada e mi ha fatto ricordare le foto d’epoca di Mestre nelle quali si poteva ammirare una città semplice ma bella. Continuando la corsa per via Poerio non ho potuto fare a meno di sospirare per il “museo del Novecento” che chissà quando verrà aperto e raggiungere Coin, o meglio, il “Centro Le Barche” dove il Comune ha spostato la colonna con il leone simbolo di Venezia, ripulita e restaurata.

Mi sono fermato un momento per guardarla meglio e poi ho ripreso a correre. Quando sono arrivato in Viale San Marco mi è venuto in mente quando da piccolo avevo accompagnato mio padre che stava aiutando l’allora nascente società sportiva “Junior Basket San Marco” a mettere in piedi una sede dove ora c’è l’AUSER, in un quartiere che al tempo non era proprio “elegante”.

Immerso nei miei ricordi sono arrivato al ponte strallato che unisce il viale con il Parco di San Giuliano, un altro esempio di come Mestre sia una città sull’acqua, come quella che le sta di fronte però molto più famosa.

Ho guardato il cronometro e mi sono accorto che ero vicino all’ora di corsa e dovevo fare ritorno a casa. Ero tentato dal fare un giro del parco però non volevo esagerare e così ho fatto dietrofront, salutato un runner che invece puntava proprio al parco e sono tornato indietro, ripercorrendo lo stesso tragitto.

Quando sono finalmente arrivato a casa il cronometro segnava poco più di 23 chilometri in 2 ore; un po’ lento però contento, anche perché ho potuto disegnare con la luce il mio passaggio di corsa.

 

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