La mattina presto, di corsa.

Un altro giorno, un’altra corsa, un’altra buona storia (da raccontare)

Ciao a tutti.

In estate la voglia di riposare aumenta, anche perché ci si avvicina alle tanto sospirate ferie e non si vede l’ora di staccare un po’ dalla routine quotidiana.

Chi è già transitato per questo blog sa che io appartengo a un gruppo di runner particolare, chiamato “Quelli delle 6” perché ci incontriamo per andare a correre alle sei del mattino.

Capite bene quindi come sia difficile durante la bella stagione alzarsi presto, anzi molto presto, per uscire a correre quando la sera si va a dormire più tardi, anzi molto più tardi rispetto alla stagione invernale.

Per vincere la voglia di rimanere a letto ho adottato un sistema, suggerito da un contatto di LinkedIn (lo trovate qui), che consiste nel preparare le scarpe da running vicino al letto in modo che quando la sveglia suona e apri gli occhi tu le veda, come se fossero il cane che ti aspetta con il guinzaglio in bocca per farsi portare fuori.

Il più delle volte mi faccio impietosire dalle mie scarpe e allora mi alzo , mi vesto ed esco. Qualche volta però ignoro il “richiamo della strada” e mi giro dall’altra parte per continuare a dormire.

Venerdì scorso, malgrado la mia schiena dolorante e la stanchezza accumulata durante la settimana lavorativa mi suggerissero di rimanere a letto e ignorare le mie scarpe, mi sono alzato per andare a correre.

È stato faticoso, anzi molto faticoso uscire però ce l’ho fatta anche perché sentivo il bisogno di correre per scaricare un po’ la tensione accumulata durante la settimana e per evitare di dover usare con la cintura buchi mai usati prima.

La temperatura era molto calda già alle prime ore del mattino e la sensazione di freddo che avevo era data dall’umidità elevatissima; potete immaginare quanto fosse facile correre in quelle condizioni.

Come spesso accade d’estate i miei compagni corsari erano tutti rimasti a letto e così mi sono ritrovato solo.

Malgrado ciò mi sentivo sereno e correvo abbastanza sciolto, grazie anche al lavoro che “Efisio il fisio” – chiamo così ogni tanto il mio fisioterapista – sta facendo sulla mia schiena, massacrandomi con le sue manipolazioni che mi permettono però di correre senza sentire dolore. Mentre correvo guardavo il sole che, benché l’alba fosse già passata da un po’, era ancora basso e giocava a nascondino tra le nuvole superstiti da una serata piovosa, anzi molto piovosa.

Un runner non è mai solo perché incontra sempre un pazzo simile a lui che corre e quindi ho incontrato facce nuove e conosciute che ricambiavano il mio saluto con un sorriso, più o meno tirato dalla fatica.

Quando mi ritrovavo già sulla strada del ritorno mi sono fermato perché la scena che si è presentata davanti ai miei occhi era troppo bella per non immortalarla: la silhouette di due tralicci dell’alta tensione che sezionavano il sole seminascosto da una nuvola molto leggera.

Ho preso lo smartphone e ho scattato un paio di fotografie, sotto lo sguardo di un altro runner che correva in senso opposto al mio e che quando mi ha visto intento a fotografare si è girato per capire fosse così interessante. Non trovando nulla ha proseguito la sua corsa ri-guardandomi con un’aria stranita.

Come scrisse il sommo poeta “Non ti curar di lor, ma guarda e passa” ho ripreso la mia corsa senza preoccuparmi di cosa potesse pensare lui; per me era una vista (stavo per scrivere una visione ma sembrerebbe troppo mistico) bellissima e così sono tornato a casa ancora più contento di aver deciso di alzarmi dal letto.

Ho già scritto che per me ogni immagine racconta una storia e ho pensato cosa associare a quella appena scattata; in realtà non ne avevo ancora una ma ho considerato quell’immagine l’inizio di una storia ancora da raccontare, che forse sarebbe arrivata quel giorno.

D’altronde, non si intitola così il mio blog? E così ho intitolato questo post.

Alla prossima.

 

 

2 thoughts on “Un altro giorno, un’altra corsa, un’altra buona storia (da raccontare)

    1. Ciao Alfredo.
      Il 6 c’è sempre, anche se con 10 ore di fuso in più.
      L’importante è correre.
      Per te che sei un musicista “Keep on rocking & running”!
      Grazie della visita.

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