Ciao a tutti.
Oggi io e il coach, che siamo ormai una coppia di fatto della corsa, abbiamo partecipato alla
3a Corsa di San Valentino a Moniego di Noale
Per tutta la gara abbiamo tenuta un’andatura blanda, anche perché eravamo in compagnia di “Pego”, un vecchio amico del Coach che corre solo la domenica e quindi non aveva molto fiato. E così, come al solito, abbiamo fatto una bella chiacchierata correndo assieme.
Dopo il terzo ristoro abbiamo aumentato l’andatura e quando è apparso il cartellone “ultimo chilometro” ci siamo lanciati in un allungo per tutta la distanza fino al traguardo, dopo aver immortalato con una foto lo striscione.
É stato facile stamattina aumentare la velocità per percorrere quell’ultimo chilometro. Mentre lo facevo però mi sono venute in mente tutte le volte che mi sono trovato in quella situazione quando correvo le maratone e la scena è un po’ diversa. Non ce la fai più, le gambe sono ormai due pezzi di legno e l’ossigeno fa fatica ad arrivare al cervello e alle gambe; eppure, quegli ultimi mille metri sono come un propulsore aggiunto che ti fa dare il massimo per arrivare al traguardo.
Il fatto è che quando arrivi all’ultimo chilometro di una maratona sai che stai recitando l’atto finale di un’impresa, a prescindere dal tempo che il cronometro segnerà quando passerai il traguardo. L’ultimo chilometro ti fa pregustare la gioia che si sprigionerà quando l’avrai percorso perché incontrerai e riabbraccerai le persone a te vicine che attendono da ore il tuo arrivo e sono in pensiero per te, ogni anno e ogni corsa che passa. Allora spingi sull’acceleratore anche se non c’è più benzina nel serbatoio e non vedi l’ora di arrivare: per loro, ma anche per la doccia, i massaggi, il ristoro, la medaglia e il meritato riposo.
Ecco perché l’ho fotografato: perché l’ultimo chilometro, come il primo amore, non si scorda mai.
Alla prossima.
Che bell’articolo! 🙂
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Grazie!
Scrivo poco, purtroppo, però quello che scrivo viene dal cuore.
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